Giovedì 27 novembre, ore 21.15, Teatro Comunale A. Testoni
Saxum in ore. Metti un processo di mafia nell'antica Roma
Con Valerio Massimo Manfredi nel ruolo del pretore, Benedetta Buccellato e Carlo Lucarelli nel ruolo dei retori. Interviene: Giuseppe Giliberti. Presenta: Luca Crovi. Simulazione di un processo penale di epoca romana a cura di
Giuseppe Giliberti (Università di Urbino).
La simulazione di un processo penale di epoca romana in cui accusa e la difesa si fronteggiano su un controverso caso di omicidio maturato nell’ambito di un cupo clima di estorsioni e violenze.
Fulvio Ispano, proprietario di vigneti lungo la via Salaria, viene trovato assassinato davanti alla soglia della sua fattoria. Il suo corpo è crivellato di colpi gladio. In bocca gli è stato inserito a forza un sasso. Blando, il fattore di Ispano, che ha rinvenuto il cadavere, corre in città ed avverte il centurione dei vigili Sesto Fusco. Afferma che il padrone – come molti altri agricoltori della zona agricola che circonda la capitale - subiva da oltre un anno le minacce di Mamerte, che era stato schiavo del vicino Lucio Triario, e successivamente si era dato al brigantaggio.
Mamerte, da tempo latitante, aveva creato un’organizzazione di estorsori e strozzini, attiva in tutta la campagna romana. Alle sue dipendenze aveva una banda di gladiatori, della quale si servivano anche uomini politici, sia del partito degli optimates che dei populares. L’organizzazione, chiamata in gergo ‘Res nostra’, costringeva i proprietari della zona a pagare per evitare incendi e violenze.
Fusco accorre sul luogo del delitto e perquisisce la fattoria di Triario. Nascosti rinviene un gladio e una tunica con tracce di sangue. Il fratello minore di Ispano, Sertorio, conferma la testimonianza del fattore. Entrambi accusano Triario di nascondere in casa Mamerte, e di avere fatto assassinare Ispano per evitare una denunzia. Triario ribatte che talora è stato effettivamente costretto ad accogliere in casa dei malviventi, sotto la minaccia delle armi.
Egli non sa nulla dell’esistenza di una banda che taglieggia i contadini, e non vede Mamerte da molti anni. Come potrebbe essere coinvolto in questi affari loschi, se vive così modestamente, in una piccola casa di campagna con un solo schiavo? E comunque, che diritto hanno i vigiles di fare irruzione nella casa di un cittadino romano? Nessun altro dei vicini sa nulla. Il pretore, Fabricio Formione, presidente della Quaestio de sicariis et veneficis, è investito del caso …