Mercoledì 26 novembre, ore 21, Casa della Conoscenza
Nell’ambito di “Prima e dopo il G8. 40 anni di protagonismo giovanile tra protesta e repressione”, a cui interverranno: Beppe Cremagnani, Enrico Deaglio, Carlo Lucarelli e Luca Telese (moderatore: Marco Bettini), verrà presentato in anteprima nazionale:
Fare un golpe e farla franca
L'inchiesta filmata più documentata sui fatti di Genova e sulle sue ripercussioni nella politica attuale.
A cura di: Enrico Deaglio, Mario Portanova e Beppe Cremagnani.
Per spiegare la catena di comando che guidò l'irruzione alla scuola Diaz, i pubblici ministeri Francesco Albini Cardona e Enrico Zucca hanno fatto riferimento a una sentenza con cui la Cassazione ha condannato ufficiali nazisti e alcuni soldati responsabili dell'eccidio di Sant'Anna di Stazzena.
Massimo D'Alema definì l'irruzione alla Diaz un episodio da "notte cilena", mentre Michelangelo Fournier, uno dei capisquadra che parteciparono all'azione, usò le parole "macelleria messicana". Di fatto 92 giovani provenienti da ogni angolo del mondo furono massacrati senza pietà e senza nessun motivo e questo atto scatenò l'indignazione dell'opinione pubblica mondiale e le proteste delle cancellerie di tutta Europa.
L'assalto alla Diaz è solo uno degli episodi di violenza poliziesca accaduti nei giorni del G8 e delle proteste del Social Forum. Durante un'intervista in esclusiva per il documentario, Fausto Bertinotti sostiene che in quei giorni la democrazia fu sospesa. La magistratura, che ha tentato di far luce su quanto accadde in quelle giornate, si è trovata di fronte a un muro di omertà e depistaggi da parte delle forze dell'ordine e degli esponenti politici, "degni", come disse durante la requisitoria il pm Zucca, "di un vero e proprio sistema mafioso". Chi concepì e comandò gli attacchi ai manifestanti? Solo i vertici della polizia o anche gli uomini di governo presenti in quei giorni a Genova ebbero un ruolo di primo piano nella catena di comando?
Secondo molti studiosi e osservatori politici, in occasione del G8 venne messo a punto e sperimentato un sistema di controllo e repressione dell'opposizione politica e sociale. Sette anni dopo questo modo di agire viene riproposto dal governo Berlusconi. Militarizzazione della politica, soldati nelle strade, schedatura di chi non si integra, repressione delle proteste, tant'è che c'è già chi – com eil settimanale "Famiglia Cristiana" - parla di nuove forme di totalitarismo, addirittura di fascismo.
Su questa traccia si muove l'inchiesta curata da Enrico Deaglio, Mario Portanova e Beppe Cremagnani con un documentario della durata di circa 100 minuti, dove per la prima volta parlano protagonisti di quei giorni come l'allora ministro degli Interni Claudio Scajola, l'ex segretario di Rifondazione Comunista, Fausto Bertinotti, l'on. Furio Colombo, allora direttore dell'Unità, l'on. Filippo Ascierto, responsabile sicurezza di An.
Il dvd sarà accompagnato anche da un libro di 120 pagine. E' la ricostruzione definitiva dei fatti di Genova, ottenuta attraverso i risultati dell'inchiesta giudiziaria, del lavoro giornalistico della redazione, le interviste esclusive e gli incontri riservati che hanno avuto luogo durante il periodo di preparazione del documentario. Gli avvenimenti e i retroscena di quei giorni vengono rivisti sotto una nuova luce e questo ci aiuta a capire che Genova non fu un episodio isolato, un'esplosione di violenza poliziesca casuale, ma che è profondamente in relazione con ciò che sta accadendo nell'Italia di oggi.
Per la prima volta, in questo film parlano le persone che ebbero responsabilità istituzionale negli eventi e la "catena di comando" incomincia ad essere ricostruita. Il clima dell'epoca, le responsabilità di governo, il vuoto e gli alibi che si crearono i responsabili stessi, il ruolo che svolse il vicepresidente del Consiglio Fini, unico membro del governo ad essere operativo sul posto. Quello che seppe l'opposizione politica, i tentativi falliti di mediazione. Le testimonianze dei giornalisti e i filmati della Rai che impedirono il silenzio.