Sandro Ruotolo

nasce a Napoli nel 1955. Nel 1979 inizia a scrivere sul Il Manifesto e nella fine dello stesso anno entra in Rai nella redazione del Tg Regionale di Napoli. Collabora con diversi programmi di approfondimento giornalistico come Tg2 Dossier e Diogene. Nel 1986 diventa inviato speciale per la sua regione d'origine. Nel 1988 comincia la sua avventura con Samarcanda, nel 1991 entra nell'organico del Tg3, prima come caporedattore e poi come vicedirettore nel 1995.
Sandro Ruotolo è vincitore di diversi premi come il Premio Saint-Vincent per il giornalismo, il Premio Nazionale per l'Impegno Civile Marcello Torre, il Premio Giovanni Losardo, il Premio Paolo Borsellino, il Premio Dario Scherillo. Nel 2008 riceve il Premio Enzo Biagi, nel 2009 il riconoscimento in memoria di Mimmo Beneventano ucciso dalla camorra cutoliana a Ottaviano. Nel 2010 riceve il Premio Renato Benedetto Fabrizi, consegnato dai partigiani dell'Anpi, e il Premio Gallo d'Oro.
Scrive diversi libri: Sciusciò! (2002, Zelig Editore) con Vauro, Mister e Lady Poggiolini (1994, Pironti) e La vera storia d'Italia (1995, Pironti) con Silvestro Montanaro.
Dal 1996 lavora in Mediaset per tre stagioni televisive per tornare in seguito in Rai, prima a Rai Uno e poi a Rai Due.  Per i due anni successivi sarà demansionato e discriminato. Nel dicembre del 2005 il CdA della Rai decide di far nuovamente lavorare la squadra di Sciuscià. Dopo un periodo nel Tg3, torna a Rai Due nel 2006, quando a settembre inizia l'avventura di Annozero. Nel 2009 precendentemente all'intervista a Massimo Ciancimino all'interno di un'inchiesta sui rapporti tra mafia e stato, riceve una lettera minatoria con minaccia di morte.