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Video realizzato dalla Blogos Web TV in Valle del Marro
Venerdì 26 novembre, Casa della Conoscenza – ore 16
Nel corso dell’incontro Blogos Vs Mafie verrà proiettato in anteprima il video-reportage realizzato dalla redazione Blogos Web TV in Valle del Marro sulle difficoltà per giovani calabresi di rimanere a lavorare onestamente nel proprio territorio.
Il video è stato girato in occasione del campo di lavoro organizzato dall’associazione Libera presso la cooperativa Valle del Marro di Polistena (Reggio Calabria) a cui dal 6 all’11 settembre ha partecipato un gruppo di giovani della redazione Blogos Web TV.
Calabria A/R – Viaggio nella terra che resiste, 2010
A cura di Blogos Web TV – www.ilblogos.it:
Andjela Varagic, Giulio Ferrante, Laura Luppi, Alice Sartori, Sara Carboni, Giuseppe Masone, Donato Battista, Jonathan Mastellari, Alessio Zagari.
Un particolare ringraziamento a Daniele Laffi per il sostegno e al signor S.B. per il monitoraggio
GUARDA IL VIDEO-REPORTAGE
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Questo videoreportage fa seguito a un precedente documentario sempre girato dalla redazione della BlogosWeb Tv nel 2008 “Coltivare la legalità” – anche nella sua versione breve “Blogos in terra di mafia” – che è stato presentato alle scolaresche nell’edizione 2008 di Politicamente Scorretto.
Vai al videoreportage del 2008 "Coltivare la legalità"
La redazione della Blogos Web Tv, che ha sede presso l’omonimo centro giovanile di Casalecchio di Reno, è composta da giovani volontari e si occupa in particolare del tema della legalità approfondito negli anni con reportage girati grazie alla collaborazione con l’associazione Libera.
Vai al sito del Blogos
Sinossi del video Calabria A/R – Viaggio nella terra che resiste, 2010
È impossibile per i giovani calabresi scegliere liberamente se rimanere o andare via dalla propria terra. Il motivo? L'estrema difficoltà di garantirsi un lavoro senza incorrere nella 'ndrangheta. La Calabria infatti si distingue per l'altissima percentuale di disoccupazione giovanile, che ha come diretta conseguenza il fenomeno migratorio verso il Centro-Nord. Le ragioni per cui andarsene sono anche altre. Molti vanno a studiare fuori per abituarsi a vivere lontani, ma la maggior parte emigra per esprimere al meglio quelle capacità che in Calabria sono soffocate dalla mentalità mafiosa.
Per chi rimane, povertà e disoccupazione facilitano l'occasione di cedere alle false promesse della criminalità organizzata. Diventa quindi fondamentale il ruolo educativo degli adulti nel diffondere la cultura dell'onestà e del rispetto delle regole, come nel caso dei soci della Cooperativa “Valle del Marro” di Libera Terra, che lavorano sui terreni confiscati alla 'ndrangheta. Adulti che, dopo essersi opposti per lungo tempo alla violenza della mafia, hanno scelto di restare e resistere. Come Stefania Grasso, figlia di un imprenditore ucciso per essersi ribellato alla 'ndrangheta, che si impegna per le vittime di mafia e oggi è vicepresidente di Libera. O come Gaetano Saffioti, testimone di giustizia, che da otto anni vive sotto scorta, ma che comunque rimane a fare il suo mestiere nella sua terra.
Esempi presi a modello da alcuni giovani virtuosi che hanno fatto della legalità il loro stile di vita. Nella Piana di Gioia Tauro don Pino Demasi, referente locale di Libera, guida i ragazzi di Percorsi di Legalità, che portano avanti iniziative di lotta culturale contro la mentalità mafiosa. “Libera Reggio Lab” è invece un'associazione giovanile nata di recente a Reggio Calabria che promuove la cultura e l'informazione sul territorio, e il cui impegno è stato premiato nell'edizione 2010 di “La Città dei Cittadini” a Casalecchio di Reno. I ragazzi del Servizio Civile di Cinquefrondi, località ad altissima densità mafiosa, usano la musica come mezzo di aggregazione, mentre la giovane giornalista Angela Corica, pur minacciata per le sue inchieste scomode, continua a esercitare il suo diritto/dovere di informare.
Ma qual è il ruolo delle istituzioni in questa vicenda? Alla ramificata presenza della ‘ndrangheta
nella società e nella politica calabrese, i cui intrecci soffocano non solo la libertà dei cittadini ma soprattutto lo sviluppo economico e culturale, si sta opponendo una nuova sinergia tra alcuni esponenti dello Stato, alcuni preti coraggiosi e soprattutto una significativa parte di società civile, per dare supporto alle imprese, motore dell'economia, affinché si liberino dai vincoli imposti dalla malavita organizzata e possano offrire nuove opportunità di lavoro.
Il confronto di idee e opinioni, come quello offerto dai campi di volontariato nei terreni confiscati alla mafia, è la risorsa principale per la prevenzione della criminalità organizzata al Nord e per il cambiamento di mentalità al Sud. Come sostiene Stefania Grasso, bisogna essere sentinelle per prevenire al Nord l'innesco di incendi che al Sud ancora divampano forti.
Dal 2005 Politicamente Scorretto da Casalecchio delle Culture lancia una sfida: la cultura è l’unica arma degna di una società civile per affermare valori di giustizia, solidarietà e legalità. In collaborazione con Carlo Lucarelli e l’Associazione Libera di Don Ciotti. [vai]
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